Alina non era soltanto la figlia, ma la ragione per realizzare sogni e progetti, la ragione per creare, rivoluzionare e migliorare. Ritengo che nessuno potrà mai inventare una nuova lingua: quella del dolore di sopravvivere alla morte di un figlio. Per sopravvivere ci sono solo due scelte da fare: entrare nel tunnel di una realtà che non appartiene più alla vita reale, oppure fare il più grande compromesso, quello di accettare la sofferenza e fare dell’assenza il compagno di viaggio per riempire il vuoto infinito con il potere della mente.
Abbiamo scelto la seconda, creando così Alina Art Foundation nel 2020 che sostiene l’Arte e gli artisti: che sia l’Arte lo strumento per risvegliare la coscienza collettiva e migliorare noi stessi.
La fondazione ha come campo operativo i Paesi Bassi ( dove ha la sede legale) e l’Italia con l’intento di allargare la sfera di azione anche in altri paesi. La nostra missione è, innanzitutto, quella di sostenere gli artisti che abbracciano l'arte come mezzo per esplorare le sfumature più profonde della società e dei valori umani, che sfidano il conformismo, che invitano alla riflessione e sollecitano dibattito significativi. Intendiamo creare situazioni di opportunità, in cui le menti creative possano fondersi in collaborazioni interdisciplinari, generando nuove prospettive e ispirazioni. Ci dedichiamo, inoltre, a diffondere il potere dell'arte attraverso eventi ed esperienze coinvolgenti. Organizziamo mostre, laboratori, performance e incontri che incoraggiano il pubblico a immergersi nell'arte in modi profondamente personali. Attraverso queste atività, miriamo a stimolare confronti significativi, a sollevare questioni cruciali e a suscitare un senso di appartenenza a una comunità globale, unita dalla ricerca della conoscenza e della crescita interiore.
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